Concordato minore per medici: come ridurre i debiti e salvare la professione

Concordato minore per medici: come ridurre i debiti e salvare la professione

Nell’immaginario comune, il medico è una figura stabile, economicamente solida, al riparo da difficoltà finanziarie. La realtà è diversa: sempre più professionisti della sanità – medici di base, specialisti, titolari di studi privati – si trovano a dover affrontare situazioni di sovraindebitamento.

Spese di gestione, investimenti in tecnologie, contributi arretrati, ritardi nei rimborsi SSN e imprevisti familiari: basta poco perché i debiti diventino insostenibili. E quando arrivano pignoramenti, cartelle esattoriali e sospensioni di forniture, il rischio concreto è quello di compromettere l’intera attività professionale.

Oggi, però, esiste uno strumento legale pensato proprio per i professionisti in crisi: il concordato minore.

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Un caso reale: un medico di base sommerso dai debiti

Un medico di base di 58 anni, con studio privato ben avviato in Campania e convenzionato SSN, si è trovato con oltre 265.000 euro di debiti.

  • La situazione comprendeva:
  • cartelle esattoriali IVA e IRPEF non pagate;
  • contributi INPS ed ENPAM arretrati;
  • finanziamenti per apparecchiature e fornitori insoluti;
  • spese personali accumulate nel tempo.

L’Agenzia delle Entrate aveva avviato un pignoramento, i fornitori sospendevano le consegne e il conto corrente era in rosso. Dopo oltre 30 anni di lavoro, il rischio era la chiusura dello studio e la perdita della reputazione professionale.

Come funziona il concordato minore per i medici

Il concordato minore è stato introdotto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019). È una procedura giudiziale riservata a professionisti non fallibili, come i medici, che consente di proporre ai creditori un piano di rientro sostenibile e ridotto.

Si articola in tre passaggi:

  1. Analisi dei requisiti – Verifica della situazione reddituale e patrimoniale.
  2. Deposito del piano – Da quel momento, pignoramenti e azioni esecutive vengono sospesi.
  3. Omologazione del Tribunale – Il giudice approva il piano se più vantaggioso rispetto alla liquidazione.

La svolta: riduzione del debito e salvataggio dello studio

Grazie all’attivazione del concordato minore, la posizione del medico si è risolta così:

  • rientro concordato di 66.000 euro (a fronte dei 265.000 iniziali);
  • impegno mensile sostenibile di 917 euro per 72 mesi;
  • sospensione immediata del pignoramento;
  • mantenimento completo dell’attività professionale.

Il risultato? Riduzione del debito superiore al 75%, continuità lavorativa, reputazione intatta e fornitori rientrati in regolarità.

I vantaggi concreti del concordato minore

Per un medico in difficoltà, questa procedura garantisce:

  • abbattimento del debito fino al 70–75%;
  • stop immediato a pignoramenti e azioni esecutive;
  • tutela dell’attività e dei rapporti con i pazienti;
  • rate sostenibili e definite;
  • esdebitazione finale al termine del piano.

Perché funziona davvero per i professionisti sanitari

Il concordato minore non è un condono, ma una procedura trasparente, omologata dal Tribunale e monitorata da un gestore nominato. È pensato per chi vuole continuare a lavorare, ma ha bisogno di una soluzione concreta per ripartire senza perdere anni di sacrifici.

Come attivarlo

Ogni posizione debitoria è unica e richiede un piano su misura. Con l’assistenza di un team specializzato, è possibile:

  • verificare i requisiti di accesso;
  • valutare quanta parte del debito può essere ridotta;
  • bloccare subito le procedure esecutive in corso.

Consulcesi & Partners, in collaborazione con CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, offre ai medici un percorso dedicato per affrontare il sovraindebitamento in modo sicuro e legale attraverso il servizio Soluzione Debito.

Il primo passo è una valutazione personalizzata con i nostri esperti.

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