Pignoramenti, ipoteche e blocchi bancari: la protezione legale che può salvare studi medici e farmacie
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Il pignoramento del conto aziendale è il momento in cui un imprenditore (o il titolare di una farmacia, di un poliambulatorio o di uno studio medico strutturato) comprende che la crisi non è più un semplice squilibrio finanziario, ma una minaccia concreta alla continuità operativa. Nel settore sanitario, questo impatto è ancora più drammatico: il blocco dei conti paralizza i pagamenti ai fornitori di dispositivi e farmaci, impedisce di saldare personale medico e paramedico e rischia di interrompere servizi essenziali per i pazienti. In poche settimane, un ambulatorio, una farmacia o un laboratorio di analisi possono trovarsi sull’orlo della chiusura, anche quando esistono margini per salvarsi.
Oggi, però, il Codice della Crisi e dell’Insolvenza introduce una via d’uscita concreta e legale: le misure protettive, un meccanismo che permette di sospendere pignoramenti, ipoteche e blocchi dei conti, dando all’impresa (sanitaria o meno) il tempo necessario per riorganizzarsi e presentare un piano di risanamento credibile.
Le misure protettive e il correttivo-ter: come bloccare pignoramenti e ipoteche
Il correttivo-ter (D.Lgs. 136/2024) ha reso il sistema di tutela ancora più rapido ed efficace.
L’articolo 18 del Codice prevede che, dalla pubblicazione dell’istanza di composizione negoziata nel Registro delle Imprese, l’imprenditore possa chiedere al tribunale misure protettive immediate per sospendere qualsiasi azione esecutiva in corso.
Una volta accolta la richiesta banche, fornitori e Agenzia delle Entrate-Riscossione non possono procedere con pignoramenti, fermi o ipoteche, né avviare nuove azioni durante la trattativa con i creditori.
Questo vale pienamente anche per imprese sanitarie come:
- farmacie private
- poliambulatori
- SRL mediche
- laboratori diagnostici
- studi associati e STP
- centri fisioterapici organizzati
In un caso recente, un’azienda del settore logistico è riuscita a sospendere pignoramenti per oltre 1,3 milioni di euro e a negoziare una riduzione del debito del 45%. Allo stesso modo, molte realtà sanitarie potrebbero evitare la liquidazione e preservare la continuità assistenziale.
Centrale Rischi, “spazio di sicurezza” e requisiti di serietà del piano
Uno dei vantaggi più importanti delle misure protettive è che, per tutta la loro durata, le banche non possono inserire segnalazioni negative in Centrale Rischi.
Ciò significa che un ambulatorio o una farmacia che attivano la composizione negoziata non appaiono come insolventi, ma come soggetti che stanno gestendo responsabilmente la crisi. Questo evita il deterioramento della reputazione creditizia, fondamentale in un settore che dipende da linee di fornitura e leasing strumentali.
Le misure protettive operano in collegamento con gli articoli 18, 54 e 55 del Codice della Crisi, estendendosi a tutti i creditori, incluse le pubbliche amministrazioni.
Si crea così un vero e proprio “spazio di sicurezza” in cui la struttura sanitaria può costruire una soluzione di risanamento senza la pressione di sequestri, pignoramenti o blocchi bancari.
È però essenziale che l’imprenditore presenti un piano credibile: il tribunale concede le tutele solo se riscontra un reale intento di risanamento. Un uso strumentale o improprio può portare alla revoca immediata delle protezioni.
Perché serve assistenza professionale: un passaggio cruciale per imprese e strutture sanitarie
Per ottenere misure protettive efficaci servono competenze tecniche, legali e finanziarie. La partnership tra Consulcesi & Partners e CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, assiste imprese e attività sanitarie nella predisposizione delle istanze di composizione negoziata e delle misure protettive, curando gli aspetti documentali e garantendo l’immediata sospensione delle azioni pregiudizievoli.
Per una farmacia, un centro medico o un laboratorio (realtà con costi fissi elevati e obbligo di continuità del servizio) l’intervento tempestivo può fare la differenza tra risanamento e chiusura.
Il messaggio è semplice: fermare un pignoramento o un blocco dei conti è possibile, purché si agisca rapidamente, sfruttando la legge e affidandosi a specialisti. La crisi non si subisce: si gestisce. E, con il giusto supporto, anche una situazione critica può trasformarsi in un’occasione per ripartire.