
Le 3 mosse da fare subito per salvare subito studi medici e reti sanitarie dai debiti
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Molti studi medici associati, ambulatori polispecialistici e reti sanitarie si trovano oggi a gestire una situazione debitoria complessa. Le cause sono spesso strutturali: costi fissi elevati, ritardi nei rimborsi, investimenti importanti, difficoltà di accesso al credito. A questo si aggiungono scadenze fiscali e contributive difficili da rispettare.
Quando il debito diventa una minaccia per l’attività
Il risultato? Esposizioni che superano anche i 500.000 o 800.000 euro, e in alcuni casi sfiorano o superano il milione. Quando l’indebitamento diventa ingestibile, il rischio più grande non è solo quello finanziario, ma operativo: azioni esecutive in arrivo, DURC sospeso, blocco dei fornitori, reputazione danneggiata. E nel caso di strutture con più professionisti coinvolti, tutto si complica ulteriormente.
Le soluzioni legali previste dal Codice della Crisi d’Impresa
Il punto chiave è che oggi esiste una risposta concreta e perfettamente legale, pensata proprio per realtà come queste. Il Codice della Crisi d’Impresa prevede strumenti come la composizione negoziata, il concordato minore e l’accordo di ristrutturazione, che permettono di ristrutturare il debito, bloccare le azioni in corso e garantire la continuità operativa, anche con posizioni molto complesse.
Caso reale: riduzione del 60% del debito per una rete sanitaria
Un esempio: un centro sanitario privato operante in forma di rete associativa, con debiti verso INPS, Agenzia Entrate e fornitori per oltre 1,1 milioni di euro, ha avviato una composizione negoziata che ha portato alla proposta di un concordato minore. Con il supporto di CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, il piano ha ottenuto l’omologazione, prevedendo una riduzione del debito di circa il 60% e una rateizzazione su otto anni. L’attività è rimasta aperta, i medici hanno continuato a lavorare e i fornitori sono stati integrati nella strategia di rilancio.
Caso reale: uno studio polispecialistico salvato dal concordato
Un altro caso ha riguardato uno studio associato polispecialistico in Lombardia, con quattro professionisti coinvolti e debiti complessivi per oltre 700.000 euro. Anche in questo caso, grazie alla procedura di composizione negoziata, si è arrivati a un accordo omologato in sede giudiziale, con una falcidia significativa e la possibilità di mantenere la sede operativa e i collaboratori.
Il metodo vincente: affrontare la crisi prima che sia troppo tardi
Casi come questi mostrano chiaramente che anche le reti sanitarie possono uscire dalla crisi, se affrontano il problema con metodo, prima che sia troppo tardi. Serve una gestione coordinata, una lettura precisa dei numeri e una strategia costruita da professionisti esperti in crisi fiscale e ristrutturazione del debito sanitario.
La partnership C&P – CFI: un supporto su misura per la sanità privata
Per questo, Consulcesi & Partners ha scelto di collaborare con CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, fondata da Carlo Carmine e dall’Avv. Simone Forte, la prima azienda legale in Italia specializzata nella gestione del debito fiscale per aziende e professionisti della sanità. Insieme offrono una risposta operativa, concreta e calibrata sulle esigenze degli studi associati e delle strutture private.
Analisi tecnica gratuita: il primo passo per salvare la tua attività
Se la tua rete sanitaria o studio associato si trova in una situazione di crisi o di sovraindebitamento, è il momento di intervenire con lucidità. Non occorre aspettare il blocco dei conti o l’arrivo dell’ufficiale giudiziario: con gli strumenti giusti puoi rientrare in regola, proteggere la struttura e programmare il rientro.
Contatta subito un nostro esperto, abilitato alla partnership con CFI. Con un’analisi tecnica gratuita potrai capire qual è il miglior strumento per la tua realtà, e avviare subito un percorso che ti permetta di superare la crisi, mantenere l’attività e salvaguardare tutto ciò che hai costruito.